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Essere un diventar altro_Silvia Margaria

06.05.2021 – 05.06.2021

 

Ciascun individuo, vivendo, affronta una resistenza che produce fatica, perché la volontà di vita non può ottenere tutto, altrimenti non ci sarebbe bisogno di volere.
Volere ha significato in virtù di quella resistenza, prende senso nel momento in cui va contro la resistenza cercando di attuare un mutamento, cioè facendo diventare altro ciò che si è e le cose in mezzo alle quali ci troviamo. Per diventar altro ogni cosa deve strapparsi da sé; non può starsene pacifica in sé diventando altro da sé: deve combattere contro sé stessa, è in guerra contro sé stessa.
Cerca di riposizionarsi. Esiodo, l’uomo, non è felice, sente il fastidio della vita. È stanco di far fronte a quella resistenza e di vivere nella volontà di combatterla. Mnemòsine – madre di tutte le muse, la memoria – non dà soluzioni, perché così sarà sempre. Parla però di attimi nei quali quel fastidio scompare, brevi momenti nei quali il tempo sembra fermarsi: quegli attimi rendono le cose dei ricordi, e ci permettono per pochissimo di vivere come Mnemòsine, come un colle o un corso d’acqua, come un tronco o una nube. 

Essere un diventar altro è una raccolta di materiale di lavorazione, principalmente fotografico, di una pratica artistica che si costruisce sul concetto di valore e il suo possibile mutamento, sulla memoria e sulla resistenza, sulla natura intesa nel suo fluire. Prove di stampa, esperimenti di lente sovrapposizioni di soluzioni acquose, appunti, scarti, schizzi e citazioni raccontano un processo di ricerca e di studio che nasce dalla contingenza e dalla conservazione per svolgersi poi in visioni che, attraverso la prossimità e la relazione, il richiamo e il confronto, narrano un fare che procede per tentativi.
Gli oggetti presenti nel focus sono principalmente parte della lavorazione dei progetti Strùere: e Anthologìa, due opere che fanno della fotografia analogica il mezzo d’espressione.